Sismabonus, Bonus Facciate, Cessione del credito e sconto in fattura.
Rendere un edificio più virtuoso dal punto di vista energetico o più sicuro in caso di terremoto non costerà nulla grazie alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Anzi, le opere necessarie a raggiungere lo scopo consentiranno a chi paga direttamente l’impresa di ottenere uno sconto fiscale spalmato in cinque anni superiore alla spesa sostenuta. Una misura shock, dettata dalla necessità di rimettere in moto l’economia e di salvare dal fallimento le imprese edili e il mondo che vi ruota attorno, messo in ginocchio dal coronavirus. Le misure sono contenute nella bozza del decreto anti-Covid di maggio, che dovrebbe vedere la luce entro questa settimana. Le nuove disposizioni prevedono infatti per chi procederà alle opere tra luglio 2020 e la fine del 2021 l’innalzamento del vantaggio fiscale al 110% dei costi sostenuti.
Se il provvedimento confermerà quanto annunciato diventerà particolarmente appetibile l’Ecobonus, perché attualmente il vantaggio fiscale è spalmato in dieci anni ed è del 65% con un vantaggio fiscale massimo di 100mila euro (che si ottiene su una spesa di 53.846 euro) sulla coibentazione termica degli edifici. La sostituzione di una vecchia caldaia è incentivante al 65% solo se quella nuova è del tipo a condensazione di classe A o integrata con pompa di calore, negli altri casi si scende al 50%. Il nuovo bonus riguarderà anche lavori come l’installazione dei pannelli solari o del fotovoltaico
Sismabonus
Il Sismabonus si applica nei comuni in zona sismica 2,3 4 e attualmente consiste in una agevolazione fiscale già spalmata in cinque anni del 70% se i lavori portano al miglioramento di una classe sismica dell’edificio e del 75% se le classi guadagnate sono due. Se gli interventi riguardano le parti comuni dei condomini il bonus sale di 10 punti, passando quindi all’80% con il guadagno di una classe a all’85% con il salto di due classi. Tutte queste percentuali dovrebbero quindi salire al 110%. La cifra massima su cui applicare la detrazione è 96mila euro, che salgono a 136mila se i lavori in condominio portano anche a un miglioramento dell’efficienza energetica.
Bonus facciate
Una grande novità della Legge di Stabilità 2020 è stata l’introduzione del bonus facciate al 90%, spalmato in dieci anni. Si applica agli edifici ubicati in aree di intensa urbanizzazione, riguarda tutte le facciate che danno su spazi pubblici e agevola anche la semplice tinteggiatura dell’edificio. Se i lavori riguardano oltre il 10% dell’intonaco c’è bisogna di una relazione tecnica che certifichi anche un miglioramento delle prestazioni energetiche, ma si può ritenere che in questo caso le opere rientrino a pieno titolo nel nuovo eco bonus al 110%. Per analogia le opere di rifacimento delle facciate che comportino anche un miglioramento delle prestazioni antisismiche dovrebbero rientrare a loro volta nel nuovo bonus 110.
Cessione del credito e sconto in fattura
Le agevolazioni fiscali per interventi costosi nascondono un’insidia che non tutti i contribuenti identificano al momento di dare via ai lavori. Il rischio che per incapienza fiscale (la situazione cioè di chi ha il diritto a detrazioni più alte delle imposte da pagare) non si riesca a sfruttare appieno un vantaggio sulla carta molto appetibile. Il decreto di maggio dovrebbe reintrodurre per le opere agevolate la possibilità di cedere il credito fiscale all’impresa, questa a sua volta può passare il suo diritto a terzi (ad esempio una banca).
Le richieste delle associazioni edili
Il superbonus fiscale 110 per cento recepisce una delle indicazioni contenute nella “Carta dell’Edilizia e delle Costruzioni”, un documento condiviso dalle principali associazioni della filiera, come Ance, Federcostruzioni, Federcomated (commercianti edili), organizzazioni professionali di ingegneri e geometri e promosse dal Saie, il salone dell’edilizia in programma a Bologna il prossimo ottobre. La carta che traccia alcuni “suggerimenti” rivolti alle istituzioni per aiutare le imprese in questo particolare momento di difficoltà, acuito oltretutto dalla necessità per le imprese di attuare costosi interventi di sicurezza in funzione anti contagio. Innanzitutto riforme strutturali: dalla liquidità alle aziende allo sblocco dei cantieri, dalla minore burocrazia alla semplificazione dei processi, fino alla definizione di procedure più snelle per l’avvio dei cantieri, alla digitalizzazione e, appunto, al rafforzamento di bonus e incentivi. Tra i dieci i punti elencati nella carta si segnala innanzitutto la semplificazione delle procedure legate alla progettazione, alla costruzione e alla manutenzione degli edifici e una sorta di piano Marshall che coinvolga anche i Comuni per dare avvio a una riqualificazione del territorio e di rigenerazione delle città. Al di là degli intenti senz’altro condivisibili (Attorno all’edilizia e all’immobiliare ruota oltre un quinto del Pil) tutti i programmi di incentivo alle costruzioni devono fare i conti sia con le difficoltà delle casse pubbliche (il rapporto debito Pil quest’anno potrebbe salire fino al 158%) sia, per quanto riguarda le iniziative di edilizia privata, con le difficoltà presumibilmente destinata a crescere nei prossimi mesi di ottenere credito bancario.
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