Costi energetici e crisi della supply chain richiedono maggiore credito alle imprese
La prima mossa nel 2022 dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) è stata quella di richiedere al Governo un nuovo decreto liquidità che consenta alle banche di aumentare il credito alle imprese.
Se è vero che lo scenario economico attuale è per certi versi profondamente mutato rispetto allo scorso anno e soprattutto al 2020, permane una elevata incertezza dei mercati e delle imprese.
I fattori che in questo momento creano tensione sul piano economico e mettono anche gli istituti di credito in difficoltà nei confronti della disponibilità di credito alle imprese sono essenzialmente l’impennata dei costi energetici e la crisi della supply chain.
A fronte di una buona ripresa della domanda, i mercati e le imprese ora soffrono per la difficoltà di contenere i costi di produzione e per i ritardi nelle consegne di materie prime e semi-lavorati.
In questo mutato scenario economico dunque, le misure governative a sostegno dell’economia sembrano mostrare i propri limiti. Da qui la richiesta del Sistema di Credito di nuovi prestiti a garanzia pubblica.
A queste richieste l’Esecutivo ha risposto alcune prime misure contenute nella la nuova legge di bilancio. Per il rifinanziamento delle misure a sostegno del certo alla impresa sarà tuttavia necessario attendere ancora qualche mese.
Il monitoraggio aziende
Nel frattempo, l’economia e le difficoltà delle imprese nel finanziamento delle proprie attività continuano. In questo contesto tra le possibili soluzioni per mantenere la liquidità, sicuramente c’è il credito verso i fornitori.
È molto probabile che fin dall’inizio di quest’anno, le imprese cercheranno di rinegoziare i tempi di pagamento o a temporeggiare sul saldo delle commesse.
L’esigenza di finanziarsi in un contesto di scarsa liquidità e di difficile accesso al credito, è dunque fondamentale per le imprese assicurarsi della solidità e della regolarità dei propri clienti.
Non appena alcuni di questi dovessero entrare in seria difficoltà per i motivi sopra accennati, la loro crisi si diffonderebbe via via lungo la catena di fornitura.
In questo contesto in rapido mutamento ed elevata certezza è però ancora possibile diminuire il rischio di credito verso clienti.
La soluzione consiste nel mantenere monitorato regolarmente lo stato di salute dei propri partner in modo da poter prevedere e anticipare eventuali loro problemi e dunque adottare le scelte maggiormente appropriate. Non solo. Il monitoraggio di clienti e partner consente supportare con dati precisi e accertati, la gestione della liquidità della propria azienda.
Prevedere eventuali difficoltà di un proprio cliente, ad esempio, consente da un lato di programmare adeguatamente i flussi di cassa; dall’altro di proporre soluzioni di pagamento alternative.
In altre parole, conoscere lo stato di salute finanziaria delle imprese con cui sussistono rapporti commerciali, consente di ridurre notevolmente il rischio di credito e dunque di insoluti e successive spese per il recupero credito.
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