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Rischio default imprese contenuto nel 2022

14 Gennaio 2022

I crediti deteriorati delle imprese migliorano rispetto al passato

Rispetto alle previsioni di fine 2021, secondo i primi dati Bankitalia il rischio di default per le imprese italiane risulta minore rispetto al passato.

Il comparto bancario e le imprese stanno infatti mostrando una buona resilienza e resistenza anche al prolungarsi della crisi generata dalla pandemia globale.

Secondo i dati ufficiali Bankitalia, il volume dei crediti deteriorati è pari al 2% del totale rispetto al CET1 ratio del 15,2% dello scorso giugno 2021. Questi valori risultano in linea con la media europea e significativamente migliori rispetto 2008.

Questi dati evidenziano pertanto come da un lato le attività di banche ed esecutivo a sostegno dell’economia siano state perlomeno sufficienti a tamponare gli effetti altrimenti devastanti della pandemia. Dall’altro denotano il recupero di terreno e soprattutto liquidità delle imprese: il 30,6% giudica infatti sufficiente il proprio livello di liquidità.

Secondo l’analisi di creditnews.it  infatti:
“A ridurre il rischio di default delle imprese ci hanno pensato anche le misure varate dal Governo per contenere la crisi. In Italia, ad inizio dicembre, soltanto 56 miliardi di credito stanno beneficiando ancora delle moratorie, a fronte dei precedenti 270 miliardi. Per circa l’80% dei prestiti soggetti a moratoria non ci sono stati significativi effetti sul tasso di default, che a settembre 2021 si attestava intorno allo 0,8% per le famiglie e all’1,8% per le imprese. Di fronte alla possibilità di un aumento dei crediti deteriorati, il sistema bancario si è preparato per tempo, adottando politiche di accantonamento e di classificazione delle esposizioni sottoposte a moratorie e garanzie pubbliche. Secondo i dati EBA, a giugno 2021 il 46,7% dei prestiti ancora in moratoria sono stati classificati in stage 2. Lo stesso discorso vale per il 30,2% dei prestiti con moratoria scaduta.”

In particolare, una probabilità di default superiore al 5% interessa il 21% del totale delle imprese. Tasso che si riduce all’11% per le imprese che hanno beneficiato delle garanzie statali.
Per quanto riguarda invece le imprese con moratorie scadute e una probabilità di default maggiore del 5%, sono il 16% del totale, mentre quelle con moratorie in essere si attestano al 24%.

La ripresa economica dell’ecosistema imprenditoriale italiano risulta procedere sulla buona strada, seppur più lenta di quanto auspicato. Il rischio di default delle imprese è infatti un dato essenziale che consente alle imprese una maggiore fiducia e dunque una maggiore propensione all’investimento.

In un periodo come quello attuale, seppur i segnali di ripresa siano evidenti, il rischio di imbattersi in aziende (fornitori, clienti o partner) non ancora solide è decisamente più elevato che in tempi pre-crisi.

Questo suggerisce pertanto di alzare il livello di allerta soprattutto nella stipula di nuovi rapporti commerciali ma suggerisce anche l’opportunità di monitorare lo stato di salute delle imprese con cui sussistono già rapporti.

Per ridurre il rischio di contrarre crediti difficilmente esigibili, è opportuno dunque svolgere analisi commerciali approfondite sull’intero portafogli clienti della propria azienda e soprattutto dei nuovi partner.

Per maggiori informazioni su analisi e informazioni commerciali aziende, contattaci liberamente: i nostri esperti sono a tua disposizione.

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