La crisi economica da coronavirus e il Codice della Crisi d'impresa: rischi e adempimenti
Con il D.L. Decreto Legislativo 12 gennaio 2019 n.14, è stata approvata la riforma sulla prevenzione e risoluzione di crisi d’impresa, la cosiddetta riforma della legge fallimentare. Questa riforma prevede l’istituzione del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza il cui obiettivo primario è di natura preventiva: percepire i segnali di crisi il prima possibile per evitare che l’impresa raggiunga uno stato di crisi irreversibile.
Tale riforma delle procedure concorsuali pone come primari due fini:
- consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese
- salvaguardare la capacità imprenditoriale di coloro che vanno incontro ad un fallimento d’impresa.
Il suddetto Codice della Crisi d’Impresa prevede attraverso 391 articoli, vari adempimenti cui le imprese devono ottemperare secondo specifiche tempistiche.
Secondo tali dettami, uno studio ha evidenziato che in fase pre-covid ben un terzo delle PMI rientrava nello stato di pre-crisi come definito dalla riforma. Ad oggi la stessa situazione di difficoltà è stimata interessare circa due terzi delle PMI.
Alla luce di questo scenario, il Legislatore ha opportunamente rinviato l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa prevista per il 16 agosto 2020, al 21 settembre 2021.
- Questo slittamento dell’attuazione normativa, è auspicabile permetta al Legislatore di:
Adeguare tutti i parametri previsti per l’attivazione degli Alert da parte dei creditori pubblici qualificati (INPS, Agenzia Entrate e Agenzia Entrate Riscossione). - Rivedere gli indici elaborati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti (CNDCEC) come previsto dall’art 13 del nuovo codice della crisi rendendoli maggiormente aderenti alla nuova realtà.
Qualora ciò non si verificasse, la succitata stima che cataloga i due terzi delle PMI in stato di pre-crisi, diverrebbe una concreta realtà.
In una tale situazione, dove il Codice prevede importanti responsabilità per gli amministratori di società che si rivelino inadempienti rispetto alle obbligatorie comunicazioni dello stato di crisi all’OCRI, ben si può immaginare l’effetto tragico che potrebbe avere sulle imprese italiane. È bene ricordare infatti che la maggior parte delle PMI, in particolare quelle di minori dimensioni, sono scarsamente strutturate a livello organizzativo e funzionale. L’inadempienza degli amministratori quindi, potrebbe essere molto diffusa semplicemente a causa delle difficoltà delle imprese stesse di rilevare correttamente i segnali di crisi e di gestire i rapporti con l’OCRI.
Da qui al prossimo settembre 2021 (entra in vigore del nuovo Codice di Crisi d’Impresa), è dunque più che auspicabile che le PMI mettano in atto una riorganizzazione funzionale a dotarsi di una struttura organizzativa in grado di gestire l’eventuale crisi nel rispetto delle nuove normative.
Analisi & Marketing fornisce a tal proposito una consulenza specifica a supporto delle PMI in vista dell’entrata in vigore del Codice di Crisi d’Impresa e dei relativi obblighi di legge.
Per ulteriori informazioni, è sufficiente scrivere una email a info@analisiemarketing.com a oppure telefonare allo +39 049 87 00 288.