Quali sono i nuovi indicatori della crisi d'impresa
Codice della crisi e dell’insolvenza
Il Codice della crisi d'impresa e dell’insolvenza (D.lgs. n. 14/2019), secondo il DL Liquidità entrerà in vigore il prossimo settembre 2021. È fatta eccezione per alcune misure ritenute fondamentali e quindi già applicate.
Tra le tante novità è stata eliminato dai testi giuridici la parola “fallimento” e sono stati introdotti degli indicatori della crisi d'impresa il cui scopo sarà non solo di predire ma anche di intercettare le vere situazioni di crisi.
Prevenzione della crisi
La nuova normativa sul codice della crisi d’impresa prevede termini specifici e maggiormente tecnici per definire le varie fasi della crisi d’impresa: dai primi segnali di difficoltà fino alla liquidazione giudiziale, ossia al fallimento.
In generale, la norma si pone l’obiettivo di far emergere in anticipo la situazione di crisi prima che questa diventi irreversibile, con conseguenze sulla continuità aziendale e sui vari stakeholder. Ciò permetterà alle imprese di ristrutturarsi in una fase precoce in modo da evitare l’insolvenza.
Indizi della crisi
La procedura di allerta e l’emersione anticipata della crisi si configura come la principale novità introdotta dalla “Riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza”.
Al fine di intercettare tempestivamente i segnali della crisi, il Legislatore ha individuato all’articolo 13 degli “indicatori della crisi d'impresa”. Questi rileveranno gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale.
Criteri di valutazione della crisi
Questi indicatori della crisi d'impresa dovranno dare evidenza dell’incapacità dell’impresa ad assicurare:
- sostenibilità dei debiti per almeno 6 mesi;
- prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso o, quando la durata dell’esercizio al momento della valutazione sia inferiore ai sei mesi, per i sei mesi successivi.
Quali sono gli indicatori della crisi
Gli indicatori individuati dal Legislatore in quanto in grado di monitorare la sostenibilità dell’indebitamento e della continuità aziendale, sono:
- il rapporto tra flusso di cassa e attivo, per evidenziare eventuali squilibri di carattere reddituale;
- il rapporto tra patrimonio netto e passività, per evidenziare squilibri di carattere patrimoniale;
- il rapporto tra oneri finanziari e ricavi, per gli squilibri di carattere finanziario;
- reiterati e significativi ritardi nei pagamenti (sia retribuzioni che debiti verso fornitori).
Il ruolo del CNDCEC
Nel Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili è stato individuato l’organo pubblico qualificato ad elaborare con cadenza triennale appositi indici economici, in riferimento ad ogni tipologia di attività economica secondo le classificazioni ISTAT.
I Nuovi indicatori della crisi d'impresa
Il CNDCEC ha inoltre il compito di elaborare specifici indici con riferimento alle:
- start-up innovative;
- PMI innovative;
- società di liquidazione;
- imprese costituite da meno di due anni.
Gli indici elaborati dovranno in ogni caso essere approvati con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico.
Realtà particolari e indici specifici
La specificità delle singole imprese potrebbe rendere gli indici elaborati non idonei a evidenziare la possibile situazione di crisi.
In questi casi è previsto l’inserimento di una nota integrativa al bilancio di esercizio che riporti le ragioni per le quali gli indici elaborati dal CNDCEC siano inadeguati e ne indichi altri più idonei.
In tal caso, il professionista dovrà attestare l’adeguatezza di tali indici in rapporto alla specificità dell’impresa. A partire dall’esercizio successivo, l’impresa sarà valutata sulla base di questi diversi indici.
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