La nuova classificazione di default e il rischio di credito commerciale
La nuova classificazione di default (Regolamento delegato UE n. 171 del 19 ottobre 2017) applicata dalle banche dal primo gennaio 2021 comporta criteri di classificazione molto stringenti.
Le regole di default precedenti
Il precedente regolamento prevedeva che la banca classificasse in default l’impresa che: in primo luogo risultasse in arretrato di pagamento sulle scadenze previste nel finanziamento bancario, per oltre 90 giorni consecutivi.
Qualora si fosse avverata questa situazione, era necessario valutare se tale arretrato superasse la soglia di rilevanza sia con riferimento alla componente assoluta che a quella relativa.
Le nuove regole di default
Rispetto alla normativa precedente, la novità più importante riguarda la quantificazione del concetto di “rilevanza”.
Secondo i nuovi criteri, gli istituti bancari dovranno segnalare all’organo competente di vigilanza, lo stato di default delle imprese qualora si verificassero le seguenti condizioni:
- l’impresa deve accumulare un ritardo nel pagamento di oltre 90 giorni consecutivi (180 per le PA)
- gli importi arretrati siano superiori a:
- 100€ per persone fisiche e PMI con esposizione bancaria inferiore a 1 milione di euro
- 500€ euro per persone fisiche e imprese con esposizioni superiori a 1 milione di euro
- gli importi arretrati siano superiori all’1% del totale delle esposizioni nei confronti del gruppo bancario.
Per maggiori dettagli sulla nuova classificazione di default, vedi anche “Nuove regole europee di Default” e “Nuova definizione di Default, cosa cambia per le imprese”.
Gli effetti della nuova classificazione
Qualora un’impresa superi la soglia di rilevanza, anche solo per una linea di credito, tutte le sue esposizioni rispetto alla banca subiranno la medesima classificazione.
In deroga a tale regola generale, per le PMI con esposizioni inferiori a 1 milione di euro, spetta alla banca stessa la decisione di applicare la classificazione di default alla singola linea di credito o a tutte.
La nuova classificazione di default e gli effetti sui crediti commerciali
Tra le più importanti conseguenze dell’applicazione di questi stringenti criteri, sono sicuramente da considerare gli effetti sui crediti commerciali delle imprese.
In un momento di scarsa liquidità o difficoltà è logico supporre che, stanti le nuove regole di default, l’impresa cercherà di dare priorità agli impegni verso le banche, a scapito dei debiti commerciali verso i fornitori.
Ciò comporta che ogni impresa nella definizione degli accordi commerciali dovrà porre la massima attenzione.
In questo nuovo contesto legislativo, infatti, aumenta ancor più la necessità di assicurarsi della capacità dei clienti di onorare gli impegni.
Non solo. Fondamentale è anche verificare che i clienti mantengano la propria solidità nel corso del tempo e in caso di difficoltà saper adottare il prima possibile le soluzioni più opportune.
Infine, maggiore attenzione deve essere portata alla gestione dei crediti commerciali e alla gestione della liquidità.
Qualora uno o più clienti si dovessero rivelare in ritardo nei pagamenti, infatti, l’impresa deve assicurarsi di riuscire quantomeno ad onorare i propri impegni verso gli istituti di credito, per evitare che le difficoltà dei propri clienti, conducano la propria stessa attività verso il default.
Come migliorare la gestione dei crediti commerciali
Il primo passo è la costruzione di un portafogli clienti solido. Idealmente, si tratterebbe di intessere relazioni commerciali solo con clienti che, a seguito di approfondite indagini, si rivelino solidi.
Costruendo in questo modo la propria base clienti, il rischio di credito verrebbe notevolmente ridotto.
Ciò è possibile attraverso i report di informazioni commerciali investigate, le quali permettono di comprendere sulla base di dati ufficiali e verificati, quale sia la reale solidità di un’impresa.
Scopri di più sulle informazioni commerciali investigate.
Certo la realtà è diversa dal mondo ideale e salvo rari casi, si deve lavorare in contesti già avviati e strutturati.
In questo senso le informazioni commerciali possono essere ancora di grande aiuto.
Conoscere la reale solidità finanziaria dei clienti con cui già si collabora è di fondamentale importanza. Sulla base delle informazioni commerciali e dunque del rischio di credito associato ad ogni cliente, è possibile definire ed adottare specifiche politiche commerciali. Modulare per ogni cliente l’esposizione massima e congrui tempi di pagamento che assecondino anche le sue esigenze, consente di ridurre notevolmente il rischio di insolvenza.
Altro strumento di fondamentale importanza nella gestione del credito commerciale è il monitoraggio aziende.
In un contesto economico globalizzato, in cui abbiamo visto spesso repentine fluttuazioni, è fondamentale assicurarsi che la solidità finanziaria dei propri clienti si mantenga nel tempo.
A cadenza semestrale o annuale è dunque importante andare a verificare quali sia la salute del proprio portafogli clienti.
Ciò permette di evidenziare immediatamente eventuali segnali di difficoltà ed approntare le giuste risposte. Si può trattare di una riduzione delle forniture, piuttosto che di un aumento dei tempi di pagamento. Qualunque sia la soluzione, l’importante è che in questo modo l’impresa abbia in ogni momento le conoscenze necessarie per adottare la migliore strategia commerciale volta alla salvaguardia dei propri crediti e della propria solidità.
Scopri di più sul monitoraggio aziende.
L’impiego delle informazioni commerciali, alla luce della nuova classificazione di default, costituisce dunque uno strumento efficace per assicurare alla propria azienda un minore rischio di credito ed una conseguente crescita solida.
Per maggiori informazioni sulla nuova classificazione di default e l’utilità delle informazioni commerciali, contatta il nostro team di esperti.